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giovedì 19 aprile 2007

Masai

Era un tardo pomeriggio di luglio. Faceva molto freddo sul Ngorongoro. Poco prima che il parco chiudesse entrammo in un villaggio dei Masai. Avevamo pagato questo privilegio, naturalmente. 50 euro per 4 persone, cifra molto interessante per loro: corrispondente, ci dissero, a molte decine di chili di riso e tante dosi di vaccino per le loro vacche. Era il motivo per cui lasciavano entrare alcuni turisti a fare qualche foto e a vederli danzare e cantare.
Un canto di benvenuto agli ospiti, che ascoltammo cercando di far vedere che ci sentivamo onorati. E un canto di benvenuto al bestiame che rientrava nel villaggio.
Si, perchè quando le vacche tornano, loro cantano... Tutta la loro cultura ruota attorno al culto delle mucche. Più ne hai, più conti. Niente vacche? Non sei nessuno... Credo che per loro noi siamo un mistero: non possediamo bestiame.
Ma invece di usare le nostre ricchezze per comprarcelo, ce ne andiamo in giro per il mondo. Il fatto di non avere figli poi... meglio non dirlo... Il Capo,un ragazzo piuttosto giovane, mi consentì di entrare nella sua abitazione. Era fatta di fango, paglia e sterco di vacca. Ci si poteva stare solo inchinati. Lui era alto come me, tutti i Masai sono alti. Gli chiesi come mai non facevano case più alte, che consentissero di stare in piedi. Lui mi disse: più alta non sta in piedi,no? Risposi che era evidente,ma che non ci avevo pensato. Mi fece vedere il focolare e le poche cose che possedeva. E io le lodai, facendolo sorridere, orgoglioso. Restammo un po' in silenzio nella semioscurità. Poi mi chiese: " il posto dove vivi... è molto diverso da questo?".... Lo guardai negli occhi, volevo capire se scherzava... No, era serissimo.Voleva sapere. Gli dissi che no, non era molto diverso. Il villaggio era decisamente più grande, ma il concetto era uguale. La casa del capo e degli anziani stava in centro, come da loro. E anche la mia casa era un po' più grande. E ci si poteva stare in piedi. Poi avevo alcune cose che rendevano la vita più facile. Lui volle sapere quali. Gli dissi che avevo l'acqua in casa e il fuoco, anche. Rispose che l'acqua era veramente una gran cosa, loro dovevano fare 14 chilometri per andarla a prendere. Gli sarebbe piaciuto molto avere un pozzo nel villaggio. Ma per il fuoco... Mi disse vieni fuori. Appoggiò a terra un lungo coltello, vi mise sopra della paglia, sfregò un bastoncino,e accese il fuoco. Mi guardò sorridente... e disse: vedi, il fuoco non è un problema: lo accendo quando voglio, anche nella mia casa...

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