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giovedì 31 maggio 2007

Eden





Mediamente l'Africa è un continente terribile.Povertà,fame,malattie, guerre civili:
non è compito mio addentrarmi in questi orrori. La colpa è anche nostra: di ognuno di noi.E siamo più colpevoli di quanto pensiamo: siamo sicuri che tra i fondi di investimento che usiamo per i nostri risparmi non ci sia qualche "meravigliosa" multinazionale che rapina questo continente delle sue risorse? Per dirne solo una.....
Vorrei parlare di un'idea,invece: il concetto di giardino dell'Eden.Lo nomina la gentile Andromeda nel suo commento al post precedente. In effetti quando vediamo alla televisione i documentari sui grandi parchi africani assistiamo sempre a scene cruente. Leoni che cacciano, leopardi dal muso grondante sangue, iene assatanate. Sangue e interiora sparsi ovunque. L'immagine è di estrema violenza.
Di una natura matrigna, dove non ti puoi distrarre un attimo ed è finita...
E questa componente esiste sicuramente. Ma ciò che si vede girando per i parchi è diverso. Ciò che immediatamente colpisce è la pace infinita che pare regnare in queste zone. Il silenzio: un silenzio che ispira e stupisce. I cieli tersi di un azzurro dimenticato.Le notti che regalano miliardi di stelle, quante non ne vediamo neppure in montagna nelle notti d'inverno. E gli animali: enormi branchi di gazzelle, di zebre, di bufali, di gnù che pacifici brucano l'erba. Mescolati tra loro,si muovono lenti tra l'erba alta, bevono alle pozze d'acqua. E non mostrano alcun timore per noi. Sembrano dirti che si, lì c'è posto anche per te, che lì tutto ha avuto origine e che anche noi non siamo estranei a quel mondo... E' difficile descrivere la sensazione di sorridente pace interiore che si prova a vedere un piccolo branco di zebre che beve mentre le nuvole corrono nel cielo e il vento fa ondeggiare il mare di erba che ricopre la savana. E l'unico rumore è un lieve fruscìo, un sommesso nitrito di una zebra, un uccello lontano. E' difficile spiegare cosa si prova quando la notte inizia ad arrendersi all'alba e si viene svegliati dal lontano ruggire dei leoni: come un temporale in lontananza... Fare colazione e vedere due giraffe che timide ti fissano da lontano, mentre una famiglia di babbuini passa sulle rocce vicine ignorandoti sdegnosamente... E' inevitabile pensare al paradiso perduto... di cui anche noi eravamo parte... E'inevitabile non riuscire più a smettere di pensarci ed essere colpiti da un intenso desiderio di tornare ancora e ancora...

1 commento:

Mary.M.. (mi foto) ha detto...

Bravo!! unas fotos maravillosas, me gusta en particular la última con las cebras en el agua.